lunedì 30 maggio 2011

Avrei voluto essere Buddy Valastro


Si, decisamente, di sicuro i giorni appena trascorsi.
Ma prima ancora, avrei voluto essere Carla Fracci.
Studiare nella scuola di “Saranno Famosi” e far parte del cast di “A Chorus Line” a Broadway.
Debuttare in società a Vienna.
Sposare David Bowie, e cantare “Under pressure” con lui e i Queen.
Invitare a cena Renato Zero.
Essere ricevuta a Buckingham Palace.
Indossare un abito di Valentino disegnato per me.
Farmi una chiacchierata con Hugh Laurie a Oxford.
Assistere alla Ryder Cup 2010.
Suonare come Giovanni Allevi, tanto con i capelli ci siamo quasi.
Ma…


…ma torniamo a Buddy Valastro, il boss delle torte: mi serviva… mi serviva davvero.
Se non altro perché nella mia assoluta immodestia avevo pensato di poter arrivare a un risultato decisamente migliore di quello che ho raggiunto, degno di una campionessa.
È che con la fantasia riesco a galoppare molto più velocemente dello shuttle in partenza, ma poi non riesco a mettere in pratica.
Ok, il “casus belli” della mia guerra personale con lo zucchero è stato l’evento dell’anno:
la fantasmagorica vittoria del campionato nazionale scolastico di scacchi, a Spoleto, della squadra cadetti femminili della Scuola Media Donatello, di cui fa parte Minifra: un’emozione unica.
Al pranzo di festeggiamento, nella voce “ognunoportaqualcosa” io ho subito letto: “porterò una torta a forma di scacchiera con sopra i pezzi” (che poi non è mica così originale).
Ma si sa, la notte porta consiglio, quindi penso di aggiungervi al centro una banda tricolore come quelle dei sindaci e magari non mettere tutte le pedine.
Chiedo su Coquinaria e mi si apre un mondo di scacchiere multiformi, multicolori e pluritematiche e già inizio ad andare nel panico: come faccio i pezzi? Non ho tempo di comperare lo stampo online, la mia manualità rasenta lo zero.

Ok, abbandono.

Ma anche no.

Ma anche si.

E se chiedessi la patta?

No, persevero (ma porca miseria, mi avevano chiesto una Pavlova, non potevo semplicemente rimettermi il tutù e via?)

E mi immagino la scacchiera ricoperta di quadrati di pasta di zucchero marrone e bianca, con questa banda morbida tricolore che la attraversa, senza pezzi – lo stampo non c’è.
E che ci vuole a fare una banda tricolore: il rosso e il verde ce li ho, il marrone lo faccio col cacao e via!

È che il tarlo della temerarietà non mi abbandona e quindi decido di telefonare a un vicino rivenditore di articoli per gelaterie e pasticcerie che vende anche a soggetti illusi come me: cavolo…. c’è lo stampo per le pedine, ed è pure doppio così riesce anche la tridimensionalità con un coup-de-théàtre che manco nei migliori thriller!

32 euro.

Caspita, facevo prima a comperare un’altra scacchiera non commestibile e usare quei pezzi lì.

Torno a casa felice come Cappuccetto Rosso mentre esce di casa per andare dalla nonna col suo cestino di delizie, ma non immagino che il lupo comparirà prima di quanto io possa immaginare.

GIORNO 1 – LE PEDINE
Il giorno successivo all’incauto acquisto, mi accingo alla preparazione della pasta di zucchero setosa.
Su indicazione di Anarona inizio con una dose e mezzo, e quindi parto con i primi 750 gr. di zucchero a velo… ma per diventare liscia come dice lei ce ne vogliono di più…. molti di più.
E allora aggiungo finché non ritengo il risultato degno.

Prendo lo stampo e spolvero di maizena entrambe le metà, metto la pasta e chiudo pressando bene, immaginandomi già la prima famiglia di pedine bella e pronta.
Purtroppo immagino male: non riesco neanche ad aprirlo da quanto è tutto appiccicato.

Immersa in una nuvola di maizena e zucchero a velo, che neanche in val padana a novembre, tento la gran furbata: stampo, pellicola per alimenti spolverata di maizena, pasta di zucchero, altra pellicola, seconda parte dello stampo e via con la pressione!
Beh, ha funzionato… non perfettamente come si può vedere dal risultato, ma ha funzionato.
Ah, la colorazione del fondente con il cacao amaro non ha dato un risultato buono, perché la pasta si sbriciola e, se può essere accettabile per le pedine, non lo è per la copertura.





Se non altro non devo inventarmi qualcos’altro in un giorno.
Probabilmente lo stampo è più da cioccolato che da fondente di zucchero, ma ormai i giochi sono fatti, il campionato è vinto e io pure.
Mentre le due famigliole si asciugano, decido di impastare un altro mezzo chilo di zucchero, tante le volte non bastasse e, considerando le aggiunte, raggiungo quasi un chilo e mezzo in totale.

GIORNO 2 – LA BASE, LA GANACHE
Scelgo la torta paradiso di Pinella, senza valutare che forse la teglia che intendo usare è troppo grande e la dose deve essere doppia quindi, sfornata la prima, corro al super a prendere un altro panetto di burro per l’altra.
Va da sé che questo burro non si monta a dovere ma, vada come vada, inforno.

TORTINE PARADISO di Pinella
Ingr:
250 gr di zucchero al velo
250 gr di burro molto morbido
150 gr di farina "oo"
150 gr di fecola
100 gr di tuorli d'uovo(6)
100 gr di uova intere(2)
1-2 limoni grattugiati
1 bustina di vaniglia in polvere
10 gr di lievito per dolci

Tagliare il burro a pezzetti e montarlo benissimo a crema con le
fruste. quindi, aggiungere pian piano lo zucchero al velo e
contniuare a montarlo finchè il composto diventa sofficissimo.
Battere le uova intere leggermente con una forchetta e a
piccolissime quantità aggiungerle alla crema di burro. Fare lo stesso
con i tuorli. Aggiungere la scorza del limone.Questo è il passaggio
determinante della ricetta. Setacciare la farina con la fecola, la
vaniglia ed il lievito, quindi con una spatola o un cucchiaio di legno
mescolarlo al composto dal basso verso l'alto per non smontarlo.
Imburrare ed infarinare una teglia rettangolare, se volete fare le
tortine Paradiso. Altrimenti, usate uno stampo a scelta. Versate il
preparato nella teglia ed infornate a 175-180°C finchè la torta è
pronta. Ci vorranno circa 20-30 minuti.
Lasciar raffreddare il dolce. Se lo volete lasciare cosi, basterà'
ricoprirlo solo di abbondante zucchero al velo.
Se volete fare le tortina, tagliate in due la torta. Montate circa 200
gr di panna e quando è quasi pronta aggiungete un paio di
cucchiaini ben colmi di buon miele liquido e continuate a mescolare
finchè il miele è ben inglobato.Spalmate la torta con un bello strato
di panna.Ricoprite con l'altra metà e premete con le mani per far
aderire bene gli strati. Ponete in frigo per un paio d'ore perchè la
panna si deve solidificare. Togliete dal frigo.Rifilate i bordi con un
coltello affilato e tracciate delle linee di taglio per le tortine. Io qui
ho fatto la torta troppo alta e ho tracciato dei quadrati di cm 4x4.
quindi ho spolverizzato con tanto zucchero al velo.

Intanto preparo la ganache al cioccolato bianco di Mercotte che avevo già usato per i macaron, da montare l’indomani.

Dormo poco e male in questi giorni, e sogno torte, panna montata e partite a scacchi.
Chissà perché.

GIORNO 3 – L’ASSEMBLAGGIO
O l’arrembaggio?
Le basi rettangolari vengono squadrate da quel malcapitato di mio marito e livellate – quasi – a dovere.
Montata la ganache, decido di non bagnare la torta perché ho paura che si sformi (sbagliando, è risultata poi troppo asciutta per i miei gusti).
Farcita la torta, ricoperta di panna montata, stendo la pasta di zucchero con l’abilità di una resdora “de noantri” e invocando Buddy Valastro a ogni pié sospinto.
Con l’aiuto del malcapitato di cui sopra, appoggio la sfoglia sulla base, cerco invano di coprire le magagne (anche due simpatici spigoli tondi) e procedo a tracciare le linee di demarcazione degli scacchi, da dipingere con un acquerello al cacao.

E chi dipinge in casa? Mica io, il malcapitatato.
Mentre io preparo tre cordoli per formare una banda tricolore con una duplice funzione: ricordare il risultato nazionale, coprire altre beghe della torta.

La torta così ricoperta va a riposare in frigo, in attesa del D-DAY.





GIORNO 4 – LE REGINE DEGLI SCACCHI





Bene, come si può vedere dal risultato finale, non sarò mai Buddy Valastro, neanche tra dieci anni: la decorazione in pasta di zucchero non fa per me.
Quel che è certo, però,  è che è stata una bella sorpresa, per le campionesse, per l’istruttore, per tutti quelli che hanno esultato insieme per questo grande traguardo!

Ah... la giornata era questa:

PS: ora che ci faccio con lo stampo per gli scacchi?




QUESTA TORTA PARTECIPA - ASSOLUTAMENTE SENZA PUDORE - AL CONCORSO SUL BLOG Zuccherofatato 

martedì 24 maggio 2011

Cose per cui vale la pena vivere - parte seconda

"Mamma mi compri i Coco Pops?"
"Hanno solo i Nesquik"
"Ok, vanno bene quelli"

Dopo un paio di minuti, mentre sto salendo in macchina:
"Mamma, non ti preoccupare, sto preparando io la cena."
Clic.

Un momento..... che cosa vorrà dire quel "non ti preoccupare"?
Cos'è, sono finita su "Scherzi a parte"? Oppure sono una comparsa in: "Non aprite quella porta due la vendetta"?

Ammetto di aver paura.
Io, la temeraria.
Salgo le scale con circospezione, apro la famigerata porta per l'inferno e trovo Minifra col grembiule del decennale di coquinaria, il cappello da chef, circondata di padelle, con la tavola apparecchiata (e dire che sono soltanto le sei di sera).

"Non entrare in cucina, è una sorpresa"
Obbedisco... il profumo è buono e spero nella non devastazione totale.

"Ce l'abbiamo il basilico?"
"No"
"Posso soffriggere la cipolla poi metterla in due piatti diversi?"
"Si"

"Posso passare l'aspirapolvere, pulire i bagni e dare lo straccio mentre tu prepari?"
"Si, certo"

Mi accingo quindi a concentrarmi sul resto della casa e lascio la cucina in balia di Minifra.

E ho fatto bene... questo è il risultato:
antipasto di cracker e pesto di basilico, spinaci e pinoli home made



Hamburger con pomodorini brasati alla cipolla e origano, piselli stufati con grissini di salame a dadini e hamburger alle erbe fini.



Stasera andrò a dormire più tranquilla e forse, domani, fingerò di far tardi.






lunedì 23 maggio 2011

La pubblicità è l'anima del pollo con le patate

Lo ammetto, sono preda facile dei pubblicitari.
Probabilmente incarno lo stereotipo della casalinga di Voghera, anche se non sono né l'una, né l'altra.
Certe pubblicità poi, mi incuriosiscono più di altre anche se, come in questo caso, sono palesemente banali e poco accattivanti.
Solo che il "non sporchi il forno" accende in me la lampadina della "gran furbata per risparmiare fatica" e quindi decido di comperare il famigerato "saccoccio" (che già il nome è una cosa tristissima...).
Il primo tentativo  con l'originale a "nonmiricordoqualespezia" - pollo a pezzi e patate a tocchetti-incontra il favore dei coinquilini, anche se le patate sono nettamente migliori fuori del sacco.
Decido quindi di replicare con due varianti: mi compro i sacchetti da forno della cuki e ci metto le spezie che mi piacciono di più.
Secondo tentativo con agnello... ok ma lo preferisco più arrostito.
Terzo tentativo, stasera:

PETTO DI POLLO PROVENZALE A TOCCHETTI
E PATATE ALLA SPAGNOLA

Prendo un petto di pollo intero, lo faccio a tocchetti e lo massaggio con un misto di erbe provenzali e sale, poi lo infilo senza pietà nel sacchetto magico


A parte taglio tre patate a ventaglio (ed è questo particolare le conferisce loro il diritto di essere qualificate "alla spagnola".. olè - salvo poi scoprire che si chiamano Hasselback - mi fa piacere per loro) e le condisco con le stesse spezie, sale e un goccio d'olio



Nel frattempo scaldo il forno a 180° e lascio le patate per una quarantina di minuti, accanto al pollo che rimane invece per un'oretta circa - poi lo lascio riposare fuori per dieci minuti circa, apro con circospezione il sacco salvapulizia e via in tavola!




Note della temeraria: alla fine il forno va pulito lo stesso, perchè le patate mica le copro! 
Va lavata anche la teglia del pollo incappucciato... non si sa mai!

venerdì 20 maggio 2011

Aspettando la Pavlova.... è arrivata!



Dopo aver indossato il tutù, peso cinque albumi (non tuorli) e aggiungo un cucchiaino di aceto bianco, un cucchiaio raso di maizena, qualche goccia di estratto di vaniglia e inizio a montare.
Dopo un po', qualche cucchiaio alla volta, con molta pazienza, aggiungo un po' meno del doppio di zucchero Zefiro e monto fino alla consistenza della colla per piastrelle :D





 Mi armo di paurosa sac-à-poche...




e via col libero sfogo alla fantasia!



In forno, luce artistica - quasi tre ore a 90° (ma si è seccata troppo) - e poi lasciata freddare in forno spento
















Con la panna (troppo montata)














Con le fragole a cascata



Un sorriso per la stampa:


ed eccomi, mentre "aspettavo la Pavlova"



Un cuore per Ross


la mia avventura inizia mentre cerco ispirazioni su web e incappo in questo  sito, dove apprendo che è possibile modellare la pasta choux nella forma desiderata, basta mettere un foglio di carta forno sopra la forma, mettere un peso e infornare……salvo poi rendersi conto che le cose non stanno proprio così e che ci sono molti più dettagli da considerare.
Ok, ormai la decisione è presa e, dopo aver stressato la povera ragazza che gestisce il sito, inizio le danze per il:
BIGNE' A FORMA DI CUORE PER LA MIA PULCINA

 
 Mi munisco di rosa propiziatoria e decido per la ricetta bimby
 per poi scontrarmi col blocco motore durante l'inserimento di uova



e decido di amalgamare a mano (!) fino a sbloccaggio motore



 alla fine raggiungo questo risultato


 saccaposcio il tutto e poi capisco che non ce ne era bisogno perché andava nello stampo




 via nel forno, con la pietra refrattaria sopra, ma...

a metà cottura il blob malefico ALZA LA REFRATTARIAAAAAA!!! quindi ci metto sopra il coperchio della brasiera lidl, ma ormai il danno era fatto



s'era creata una voragine!!!!!


ma io che faccio????? :D GIROOOOOOO!  :)))


e oggi pomeriggio, ho farcito con panna e fragole e spolverato di zucchero a velo.

mia piccola ross, non è perfetto, ma è il mio cuore sincerissimo per te

domenica 15 maggio 2011

Spoleto - un angolo di serenità

Saranno stati gli scacchi, sarà stato il sole, sarà stata la magia di un posto che sembra uscito improvvisamente da un tempo remoto, ma io mi sono innamorata di Spoleto, dei suoi scorci nascosti e delle sue bellezze maestose